sardegnaterraemare_is_arutas_

Is Arutas, Maimoni, Mari Ermi, le tre sorelle di quarzo

Lungo la costa occidentale della Sardegna centrale, nel territorio di Cabras, si possono trascorrere giornate in cui i colori prevalenti che vi circonderanno saranno l’azzurro ed il blu del mare, il bianco della sabbia di quarzo e il dorato dei campi che circondano tre spiagge incantate nel Sinis. Mete ideali se si vuol staccare dalla routine fatta di troppa tecnologia, troppa città e se si vuol vivere il mare così come madre natura lo ha creato, in cui gli unici servizi essenziali sono svolti dalla presenza di due chioschi bar per spiaggia. 

Si tratta di mete ambite per i frequentatori della costa oristanese, imperdibili tappe per poter ammirare i chicchi di quarzo, ci si può divertire a guardare da vicino quanti colori si nascondano in mezzo a tutto quel bianco, o per praticare lo snorkeling: potreste trovarvi a tu per tu con pesciolini che saltano fuori da immense praterie di posidonia, qualche razza, polpi, murene. E’ bene ricordare sempre che vi troverete all’interno dell’Area Marina Protetta Sinis Mal di Ventre, gli animali e la natura circostante sono tutelati da rigide regole, non improvvisatevi pescatori dell’ultimo minuto o non pensate di mettere in borsa un po’ di sabbia: soprattutto quest’ultima pratica è vietata e sanzionata.

Cosa distingue Is Arutas da Maimoni e Mari Ermi? Il litorale di Is Arutas è composto da spiagge relativamente ampie, frastagliate da rocce e piccoli promontori di arenaria, ciascuna di queste spiagge può prendere nomi diversi: S’Archeddu e sa canna, Su Crastu Biancu, Su Bardoni, solo per citarne alcune. I litorali di Maimoni e Mari Ermi sono più estesi, la presenza delle rocce è meno presente ma sia le spiagge che i fondali sono simili a quello di Is Arutas. 

A fine giornata il sole si tuffa a picco nel mare, i tramonti nel Sinis sono sempre diversi, e quasi sempre si può ammirare il profilo dell’Isola di Malu Entu (isola del cattivo vento), in italiano erroneamente chiamata “Isola di Mal di Ventre”.

La macchia mediterranea mista alla salsedine regala una piacevole fragranza che mai dimenticherete, nel mese di agosto non sarà difficile ammirare i gigli spuntare dalla sabbia, nascono spontanei e sono protetti. Come non sarà difficile trovare le spiagge ricoperte di posidonia. Non storcete il naso, la posidonia indica l’ottimo stato di salute del mare, il suo spiaggiamento è frequente in seguito alle mareggiate, e abbiamo chiesto ad una biologa marina di spiegarci i motivi per cui la posidonia è fondamentale per la vita del mare, qui l’articolo

I parcheggi nel Sinis sono a pagamento, per raggiungere le spiagge ci sono comode passelle, nel 2020 i litorali furono dotati di sedie job per garantire anche alle persone con disabilità di godere di lunghe giornate al mare con praticità.

Visitate le nostre pagine social per rimanere aggiornati, seguiteci e pubblicate le vostre foto con l’hashtag #sardegnaterraemare oppure il tag @sardegnaterraemare. Le fotografie migliori verranno pubblicate nelle nostre gallerie Instagram e Facebook

sabbia-Sinis-sardegnaterraemare

Sinis, la sabbia rubata torna a casa

Ogni anno centinaia di chili di sabbia vengono rinvenuti nei bagagli dei turisti che lasciano la Sardegna dagli scali portuali e aeroportuali. Bottiglie e sacchetti ben stipati tra maglie e pantaloni, al loro interno il quarzo bianco del Sinis, i ciottoli dell’Ogliastra, la sabbia fine di Villasimius e poi conchiglie di tutti i tipi! 

Da circa 20 anni gli addetti alla sicurezza dello scalo aeroportuale di Elmas che controllano ai raggi X le valigie, requisiscono il materiale asportato dai litorali, lo sistemano negli scatoloni, lo suddividono in base alle spiagge di appartenenza e a fine stagione, a bordo delle loro auto, in modo del tutto volontario riportano il maltolto al legittimo proprietario: la Natura. 

Alcuni dipendenti degli scali sardi si sono riuniti in nell’associazione “Sardegna Rubata e Depredata”, e attraverso i social vanno avanti anche con un’attività di sensibilizzazione e comunicazione sul delicato tema ambientale. 

Si tratta di un gesto di estrema sensibilità e massimo rispetto nei confronti dell’ambiente a cui da due anni si è aggiunto il lavoro delle Sentinelle, dei volontari del Comune di Cabras che battono le coste del Sinis in piena estate per sensibilizzare i bagnanti. 

Durante la primavera 2021, dagli scali sardi sono tornati in spiaggia ben 200 chili di granelli di quarzo di Is Arutas. Nel 2020 tornarono indietro 6 quintali di sabbia bianca, il dato è in calo per via del decremento subito dalla stagione turistica nell’estate 2020 a causa della pandemia. 

Oltre alla sabbia di quarzo, prediletta dai turisti in partenza, il presidente dell’Associazione, Franco Murru, ha restituito anche quattro casse contenenti ulteriore materiale marino, in particolare conchiglie, che verranno censite dagli esperti del CNR anche per verificare la presenza di gusci particolari, come quello della Patella ferruginea, specie in via di estinzione a causa del prelievo incontrollato nel tempo.

Molti turisti, ma anche tanti sardi, non conoscono l’articolo 1162 del codice della navigazione che, per chi preleva la sabbia dall’arenile, prevede una sanzione che va da un minimo di 1.549,00 ad un massimo di 9.296.”

Come se non bastasse, la Regione Sardegna nel 2017 con la legge 16 ha voluto imprimere, con maggiore decisione, un freno ai furti di sabbia istituendo controlli da parte del Corpo Forestale in porti e aeroporti durante il periodo estivo. Sono parecchi i turisti che incorrono nel pagamento di sanzioni che possono arrivare anche a tremila euro nel caso in cui nei loro bagagli venisse rinvenuto del materiale proveniente dai litorali.

Come fare per tutelare la sabbia e poter godere della bellezza delle spiagge? Dal Comune di Cabras spiegano che “è risaputo inoltre che il pericolo non deriva solo da un asporto attivo.

Chi si reca in spiaggia è bene che usi tutte le precauzioni prima di allontanarsi dalla spiaggia. Le aree di scuotimento, ossia le zone che si trovano nella prima parte delle passerelle disposte lungo il litorale, sono segnalate dalla cartellonistica e hanno una funzione specifica indispensabile: il bagnante ha il dovere di sostarvi e far ricadere sull’arenile ogni granello. Stessa accortezza va usata per evitare che la sabbia resti all’interno delle borse o incastrata fra le pieghe dei teli da mare.”