L'ossidiana oggi
Monte Arci e i suoi depositi
Monte Arci, gioiello vulcanico della Sardegna, custodisce il più vasto tesoro di ossidiana nel Mediterraneo. Questo straordinario vetro vulcanico, composto principalmente da biossido di silicio, ha plasmato la storia della Sardegna prenuragica e nuragica.
Nascosto tra i comuni di Pau, Ales, Masullas, Marrubiu e Morgongiori, il giacimento di Monte Arci è una testimonianza vivente della ricca tradizione sarda legata all’ossidiana. Nonostante la Sardegna non sia spesso associata a terre vulcaniche, questa regione nasconde un patrimonio unico che ha influenzato il destino delle popolazioni isolane.
Le popolazioni antiche sfruttavano abilmente l’ossidiana di Monte Arci, commerciandola con il resto del mondo e creando manufatti straordinari. Armi, gioielli e monili preziosi, testimoni di una civilizzazione che risale addirittura al 5.000 a.C., raccontano la lunga storia e il profondo legame dei sardi con questa pietra scura e affascinante.
Monte Arci, un antico edificio vulcanico situato a ridosso del Golfo di Oristano, nella parte occidentale della Sardegna, è il custode dei più antichi giacimenti di ossidiana nel Mediterraneo Centrale, con una venerabile età stimata di circa 3.5 milioni di anni. In questa regione, quattro giacimenti di ossidiana, identificati dagli archeologi con le sigle SA, SB1, SB2 e SC, testimoniano la presenza di attività estrattiva nella preistoria, lasciando un’eredità archeologica unica.
L’ossidiana di Monte Arci si presenta in una straordinaria diversità di tipologie, offrendo una tavolozza cromatica che va dal nero intenso al marroncino. La sua varietà si estende anche alla trasparenza, con esemplari che spaziano da opachi a cristallini. La massa vetrosa nera, caratteristica distintiva, è talvolta attraversata da eleganti venature marroni, conferendo alla pietra un’aura di mistero e bellezza.
L'età prenuragica e nuragica
Circa 10.000 anni fa, durante l’Età della Pietra, inizia il Neolitico, segnato da un cambio epocale nello stile di vita umano. L’ossidiana, estratta da giacimenti come quelli delle isole siciliane e di Monte Arci in Sardegna, diventa una risorsa preziosa. Utilizzata per la produzione di utensili, armi da caccia e raschiatoi, l’ossidiana si trasforma in una merce di scambio cruciale, guadagnandosi l’appellativo di “oro nero della preistoria“.
Le Rotte dell’Ossidiana fonte https://ingvambiente.com/2019/11/05/oro-nero-che-veniva-dal-mare/
Declino e Rinascita: L'Ossidiana nel Corso dei Millenni
Con la scoperta dei metalli, l’interesse per l’ossidiana diminuisce, ma non scompare del tutto. Civiltà successive, come quella greca e romana, la utilizzano per creare oggetti artistici come vasi, ciotole e statuette. Oggi, l’ossidiana continua a catturare l’immaginazione di appassionati e ricercatori, offrendo un’entrata affascinante nella storia della Terra e delle sue meraviglie naturali.
Ossidiana tra usi comuni e mitologia
L’ossidiana deve il suo nome attuale a Obsius, un cittadino romano che, secondo quanto ci narra Plinio chiamandola lapis obsianus o obsidianus, la scoprì in territorio africano, nell’odierna Etiopia. Questa pietra vulcanica nera e lucente è intrisa di una storia ricca di significati, poiché appartiene alle più antiche pietre da culto nella storia dell’umanità.
Fin dall’età della pietra, l’ossidiana ha svolto un ruolo centrale in pratiche ritualistiche. Utilizzata come pietra di protezione per scacciare i demoni, ha assunto una posizione di rilievo anche nella fabbricazione di armi e utensili taglienti, dimostrando la sua versatilità nel servire scopi pratici e simbolici.
Nei meandri della cultura Maya in Messico, i sacerdoti facevano uso dell’ossidiana come specchio per la divinazione, sfruttandone le proprietà mistiche per scrutare il futuro. Allo stesso tempo, questa pietra nera ha dimostrato la sua efficacia nel campo della guarigione, contribuendo a lenire le ferite e ad alleviare il dolore.
L’ossidiana, con la sua natura enigmatica e il suo legame con le pratiche sacre e quotidiane di varie civiltà nel corso dei millenni, continua a essere un testimone silenzioso della connessione tra l’uomo e le forze misteriose della natura. La sua storia affonda le radici nei tempi antichi, e ancora oggi, conserva il suo fascino intramontabile come una delle pietre più preziose e misteriose della storia umana.
Ossidiana cos’è e quali sono le sue caratteristiche
Questo vetro vulcanico nero e lucente, prodotto in condizioni particolari dalla rapida solidificazione della lava, ha una storia intrigante che si intreccia con la preistoria e le antiche civiltà isolane.
Origini dell'Ossidiana: Un Viaggio nei Segreti della Lava
L’ossidiana trae le sue origini dalla lava, è di fatto un vero proprio vetro vulcanico. Si forma quando il magma riolitico, ricco di silice e altri ossidi, si raffredda estremamente rapidamente a contatto con l’aria durante un’eruzione vulcanica.
Le Caratteristiche Uniche dell'Ossidiana
Il colore nero predominante dell’ossidiana è dovuto alla presenza di ossidi di ferro, ma non si tratta solo di un vetro monocromatico. Questo straordinario materiale può presentare variazioni di colore, includendo tonalità di verde, blu e rosso a seconda degli ossidi presenti. La sua struttura amorfa, cioè privo di struttura cristallina lo rende un vero e proprio vetro naturale, privo di quell’ordine strutturale tipico dei minerali, condizione che rende l’ossidiana diversa dai minerali.
A questa caratteristica si aggiunge quelle dalla frattura concoide, che porta alla formazione di superfici lisce e concave, sono caratteristiche distintive che conferiscono un valore estetico e funzionale all’ossidiana.
Tra Mito e Realtà, L'Ossidiana Continua a Brillare
L’ossidiana non è solo un vetro vulcanico, ma un frammento di storia che si è conservato nel tempo. Monte Arci, con il suo vasto giacimento, rivela il legame profondo tra l’uomo e questa pietra nera e lucente. Attraverso millenni di storia, l’ossidiana ha segnato epoche, commerci e culture, diventando un simbolo di resistenza e bellezza nella vastità del panorama geologico della Sardegna e del Mediterraneo.
Attraverso l’esplorazione di Monte Arci e dei suoi giacimenti di ossidiana, si apre una finestra sul passato remoto della Sardegna, dove l’estrazione di questa pietra vulcanica ha lasciato un’impronta duratura sulla cultura e sull’artigianato dell’isola. Una testimonianza di ingegno e adattabilità umana di fronte alle risorse naturali che ha resistito al trascorrere dei millenni, trasmettendo una storia scintillante di antiche tradizioni e abilità artigianali.